sabato 3 luglio 2010

La marea nera vista da Studio Aperto

Mentre stavo pranzando, ho avuto la sfortuna di incappare nel “tg” di Studio Aperto... di solito lo evito come la peste, ma, quando mia sorella mette per prima le mani sul telecomando, non c'è niente da fare... E così ho guardato i titoli, uno dei quali diceva: “La marea nera minaccia Miami. A rischio le vacanze dei vip”... la forchetta mi si è fermata a mezz'aria e sono rimasta per un attimo a bocca aperta...
D'accordo, ormai è noto che Studio Aperto non può certo essere definito telegiornale, ma solo un modo leggero e spensierato di informarsi, però questa volta ha esagerato... “A rischio le vacanze dei vip”?? Ma stiamo scherzando? Questa è una vera e propria presa in giro nei confronti dei milioni di abitanti della costa atlantica, funestati da questo enorme disastro ambientale, gente che lì ci vive e magari una vacanza non se la può neanche permettere...
Lo so, quando parto per la tangente, non mi ferma nessuno, e chissà quanti altri stupidi titoletti di questa risma saranno passati nelle varie edizioni. A me è capitato di leggere questo e non ho potuto fare a meno di restarci di stucco e di riversare tutta la mia indignazione in un post.
Unica nota positiva: anche mia sorella ha riconosciuto l'insensatezza di quel titolo... chissà che pian piano non riesca a convincerla a smettere di guardare quella sottospecie di “tg” e a dirottarla su qualcosa di più interessante... a questo punto anche le repliche de La signora in giallo andrebbero bene...!

lunedì 28 giugno 2010

Ustica: 30 anni dopo

Ieri ricorreva il 30° anniversario della strage di Ustica. Il 27 giugno 1980 il DC-9 dell'Itavia si inabissò misteriosamente nelle acque al largo della Sicilia, provocando la morte degli 81 passeggeri.
Di questa vicenda non sapevo quasi niente, fino a quando, qualche settimana fa (meglio tardi che mai...), non ho visto Il muro di gomma (1991) di Marco Risi. Il film ruota attorno all'inchiesta fatta da un giornalista del “Corriere della Sera” per ricostruire, o meglio tentare di ricostruire, la dinamica dei fatti, scontrandosi con una barriera di omertà, il muro di gomma del titolo, appunto.
Per l'occasione, La7 ha trasmesso in prima serata (caso unico, almeno per le reti in chiaro) un interessante e straziante documentario tedesco, Ustica – Tragedia nei cieli, in cui sono riportate anche le testimonianze dei parenti di alcune vittime.
Quello che mi lascia senza parole è che, a distanza di tanti anni, ancora non si sia riuscito a far luce su questa storia, l'unica cosa certa è che l'aereo è stato abbattuto. Forse i responsabili furono dei jet francesi che volevano colpire un aereo con a bordo Gheddafi, all'epoca nemico della Francia. Forse.
Possibile che, a parte qualche rivelazione, non ci sia nessuno disposto a parlare? Possibile che non ci sia nessuno che abbia un minimo di rispetto per i familiari di quegli 81 morti? D'altronde è anche vero che, quando ci sono in gioco interessi politici, economici o quant'altro, della povera gente non frega niente proprio a nessuno. Qualche giorno fa, comunque, la Francia ha fatto sapere di essere disposta a collaborare. Che sia la volta buona per una svolta? Sinceramente ci credo poco.
Quello in cui credo è l'impegno delle famiglie delle vittime per tenere viva la memoria attraverso l'Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica con sede a Bologna... una memoria quotidiana e non rispolverata solo da qualche notizia di rito per i vari anniversari.

martedì 22 giugno 2010

Piccolo glossario


ABSTRACT
: riassunto o sommario di un documento

BANNER: striscia contenente le inserzioni pubblicitarie in una pagina web

BRAND: marchio

FEED RSS (Really Simple Syndication): strumento per raccogliere contenuti aggiornati da diverse fonti sul web

FRAME: pagina scomposta in diverse sezioni tra loro indipendenti

iPAD: tablet pc prodotto da Apple in grado di riprodurre contenuti multimediali e di navigare su Internet

INDICIZZAZIONE: inserimento di un sito web nel database di un motore di ricerca, mediante l'uso di apposite parole-chiave

IPTV (Internet Protocol Television): tecnologia che consente di veicolare contenuti ed informazioni televisive in formato digitale sul televisore attraverso connessioni Internet a banda larga

NET CLIPPING: analisi di quanto viene pubblicato quotidianamente su Internet alla ricerca di informazioni interessanti per la clientela

NEWS AGGREGATOR: programma per leggere i Feed Rss

SCROLLING: spostamento orizzontale o verticale di un documento tramite una barra di scorrimento

SMARTPHONE: telefono cellulare che include funzioni e potenzialità di un computer palmare in grado di operare con un sistema operativo completo ed autonomo

TABLET: computer a forma di tavoletta basato su schermo tattile

TAG CLOUD
: rappresentazione visiva delle etichette (tag) o parole chiave usate in un sito web

TEMPLATE: documento d'esempio che viene messo a disposizione gratuitamente o a pagamento su siti Internet per lo sviluppo di altre pagine web con grafica e formattazione identiche, ma contenuti diversi

THREAD: sequenza di risposte ad un messaggio iniziale all'interno di forum o newsgroup

WEB TV
: televisione fruita attraverso Internet (streaming)

WI-FI
: rete senza fili che arriva a qualche decina di metri

WI-MAX
: rete senza fili che ha un'estensione da 30 a 50 km

Intranet

Intranet è la raccolta di tutti gli strumenti utili a chi lavora all'interno di una realtà; è una rete locale (LAN), o un raggruppamento di reti locali, usata all'interno di una organizzazione per facilitare la comunicazione e l'accesso all'informazione, che può essere ad accesso ristretto. Quando una parte di Intranet viene resa accessibile a clienti, partner o altre persone esterne all'organizzazione, tale parte diventa una extranet.
Le attività legate ad Intranet sono in costante crescita. La sua vera capacità è quella di dare e ricevere informazioni.
Internet è nata come Intranet e quest'ultima ha le stesse modalità d'uso del web.
Oggi la gestione di Intranet all'interno delle aziende è in gran parte affidata ad informatici.
Internet è rivolta ad un mercato globale, Intranet è rivolta allo stesso mercato globale settorializzato nella realtà in cui ci si trova.
Su Intranet manca la diretta, la realtà del momento, è la staticità il suo vero limite.
La mappa, l'albero di navigazione, è molto più evidente.
Intranet serve ad evitare problemi di comunicazione interna; è il mezzo ideale per pubblicare rapporti settimanali, promemoria, dare vita a bacheche virtuali, messaggistica immediata e chat moderate. Consente inoltre di pubblicare informazioni utili per tutti i dipendenti: dalle politiche aziendali alla richiesta di ferie, alla rassegna stampa, alla rubrica telefonica, ... e comporta un enorme risparmio di tempo.
Grandi aziende o enti hanno altri strumenti come la propria radio o la propria televisione, che mediano tra Intranet e Internet; essi servono per codificare un linguaggio interno.
La comunicazione interna ha il suo valore centrale nella gestione delle conoscenze. Il centro di coordinamento è il cuore di questo tipo di comunicazione.
L'aspetto di Intranet varia da azienda ad azienda, prendendo forme anche completamente diverse a seconda degli obiettivi e delle teorie di management su cui il sistema viene costruito.
Il motore di ricerca è molto più importante su Intranet che su Internet perché è più specifico.

domenica 30 maggio 2010

Comunicazione politica

La comunicazione politica è un modello di comunicazione che interagisce con il giornalismo tradizionale. È la ricerca di un risultato, cioè il consenso; riguarda la soddisfazione del ricevente, il quale delega l'emittente a rappresentarlo attraverso il mandato elettorale. Ha bisogno di una serie di intermediari e sottende un lavoro di coinvolgimento.
Il marketing punta alle emozioni, mentre la comunicazione è stimolante dal punto di vista intellettuale.
La comunicazione politica si può fare in molti modi, rifuggendo le logiche dello slogan ad effetto; è necessario essere informati e saper convincere.
I canoni di questo tipo di comunicazione sono uguali a tutti i livelli, poi ci sono le declinazioni individuali.
Il mondo del giornalismo e il mondo della politica dipendono l'uno dall'altro.
In comunicazione vincere è più importante che perdere.
Barack Obama
ha vinto, ma è un comunicatore discreto; quello che conta è il sistema di comunicazione che gli sta intorno.
Il più abile comunicatore europeo è stato Charles De Gaulle, sapeva utilizzare benissimo la televisione.
Per vincere bisogna essere leader e per essere leader bisogna innovare. È necessario avere persone che siano in grado di fare svariate attività inerenti la comunicazione; servono quindi: consiglieri, comunicatori, attivisti, analisti, tecnici informatici.
Le nuove tecnologie svolgono un ruolo fondamentale. Le prime elezioni vinte grazie ad Internet sono state quelle riguardanti George W. Bush (2000 e 2004).
Per ottenere la vittoria si deve demolire l'avversario; bisogna analizzare i documenti e il web può essere utile a questo scopo.
Il confine tra lecito e illecito è essenziale; negli Stati Uniti (paese protestante) andare al di là della legge non è tollerato. In politica non si va quasi mai oltre il limite.
Drudge Report è un blog fuori dagli schemi, che però si basa rigorosamente su fonti documentate. È il blog che ha dato per primo la notizia della relazione tra Bill Clinton e Monica Lewinsky.
Obama ha utilizzato al meglio la sua squadra, fatta soprattutto da ottimi comunicatori, giornalisti e informatici; si è servito inoltre di web watchers, esperti che analizzano la rete al fine di capire la società.
Obama ha saputo mettere insieme uno staff in grado di leggere il paese; poi è stato bravo in seguito perché ha continuato a coinvolgere gli americani.
Maggiori informazioni si danno, maggiori informazioni si hanno e più si riesce a profilare il soggetto e ad avere riscontri.
Nicolas Sarkozy ha personalizzato fortemente lo Stato, ma in seguito non ha saputo utilizzare le tecnologie fino in fondo, perdendo il rapporto con gli elettori.
David Cameron ha utilizzato molto più la televisione che Internet; Nick Clegg ha fatto le stesse cose del suo avversario, standogli con il fiato sul collo e riuscendo a strappare i pochi voti necessari per ottenere la carica di Vice Primo Ministro.
Prima ancora delle logiche politiche, sono le logiche comunicative ad essere fondamentali. La comunicazione politica è vincente solo quando è coltivata.
In Italia non ci sono persone capaci di analizzare le informazioni messe a disposizione dalle nuove tecnologie, persone che, sulla base di dati oggettivi, riescano ad inquadrare un determinato soggetto.
Nel nostro paese non esistono dei veri editori, ma degli azionariati molto particolari che non hanno interessi specificamente editoriali, cosicché la comunicazione dipende dalla politica.
L'errore del centro-sinistra è quello di insultare Silvio Berlusconi, innescando così un meccanismo di vittimismo, che permette di avere un consenso presso determinati strati della popolazione.
La comunicazione del centro-destra è migliore perché è stratificata, positiva, ma, soprattutto, è tecnicamente codificabile, fa leva su determinate parole chiave in cui si identifica; utilizza un messaggio chiaro, ripetuto, emozionale.
Il centro-sinistra dà molti messaggi politici che finiscono col confondere le idee.
La chiarezza del linguaggio non si identifica con la semplicità.
La comunicazione del centro-sinistra è autoreferenziale, è calata dall'alto; la comunicazione del centro-destra è una comunicazione suadente, di una persona che si mette al livello della popolazione.
Le figure professionali più rilevanti nell'ambito della comunicazione politica sono:
- portavoce, porta il messaggio del leader, di una realtà, di un ente; è un elemento di filtro che può avvicinare la questione, ma non prendendola in carico al cento per cento;
- spin doctor, è un consigliere strategico, cerca di capire dove c'è la possibilità di intervenire, fa dell'immagine della comunicazione il centro della sua attività;
- staff di comunicazione, sono formati da ex giornalisti, mantengono i rapporti con i mezzi di comunicazione.
Tutta questa struttura con Internet può saltare perché non c'è mediazione; le opportunità date dalla rete sono i rischi della comunicazione.

mercoledì 26 maggio 2010

Comunicazione istituzionale

Un comunicatore sa di essere condizionato dal suo datore di lavoro; un giornalista, invece, dovrebbe rispondere solo ai suoi lettori, ma è comunque condizionato dalle circostanze e dal tempo.
Informare, al contrario di comunicare, non presuppone un interesse diretto nei contenuti da parte dell'autore; la comunicazione esige la presenza di un'intenzione reciproca tra i soggetti e il riconoscimento reciproco come interlocutori.
La COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE riguarda l'identità di una realtà, è tutto ciò che identifica l'immagine.
La COMUNICAZIONE DI PRODOTTO non è esclusivamente privata, ma può essere anche pubblica, cioè finalizzata al consenso.
L'opacità degli altri mezzi di comunicazione rende il web vincente per quanto riguarda la possibilità di tracciare la verità. La comunicazione sul web è una comunicazione concreta, non è necessaria nessuna mediazione, arriva direttamente all'utente; dev'essere verificabile e aperta.
Esempi di comunicazione istituzionale sono la pubblicità e i comunicati stampa.
Fare i comunicatori significa avere una committenza (pubblica o privata) per produrre un risultato. Il web permette di verificare immediatamente se il messaggio è stato percepito.
La COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE PRIVATA si avvicina spesso alla comunicazione di prodotto, ma cerca sempre di tenere alti i valori del brand (marchio, leader, messaggio politico, …).
Nella home page del sito della Barilla, ad esempio, di fianco ad una spiga di grano, campeggia la scritta “Aiutiamo le persone a vivere meglio, portando ogni giorno nella loro vita il benessere e la gioia del mangiar bene” su sfondo blu, tutti elementi caratteristici dell'azienda. Subito sotto si trova la dicitura “The Italian Food Company. Since 1877.”, una sorta di comunicazione istituzionale; per avere qualcosa di più specifico, però, occorre andare nell'area “Chi siamo”. Qui, oltre ad un video pieno di scene evocative (riguardanti nascita, sviluppo e funzionamento della società), è possibile leggere la storia (ricca di immagini e approfondimenti), scoprire visione, missione e valori, avere informazioni sulle sedi (nazionali e internazionali) e sul gruppo Barilla.
Uno script è una frase precostituita per bloccare l'attenzione del cliente e si basa sulla profilatura degli utenti a cui è indirizzato.
La COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE PUBBLICA mette a disposizione della collettività una serie di informazioni, servizi e mezzi di controllo; non sempre ha un controllo aziendale forte. Non si deve trarre un guadagno, ma offrire un servizio; la comunicazione politica, che spesso viene fatta passare per istituzionale, vuole ottenere un consenso.
Il sito del Ministero della Salute, ad esempio, si apre con notizie e questioni in primo piano, quindi con informazioni e servizi di immediato interesse per il cittadino. Per sapere qualcosa di più sul Ministero è necessario andare nella sezione omonima in cui sono presenti varie sottosezioni, riguardanti: obiettivi, organizzazione, sedi, struttura.
Nella comunicazione pubblica sono fondamentali l'accessibilità e l'usabilità.
L'accessibilità è la capacità di un sito di essere fruibile con facilità da una qualsiasi tipologia di utente; riguarda ad esempio la possibilità di modificare la dimensione del carattere, scaricare documenti in vari formati, adattarsi a persone affette da disabilità.
L'usabilità è la facilità di accesso al sito; la mappa del sito è fondamentale per capirne la filosofia.
Gli alberi di navigazione dei siti degli enti pubblici italiani sono più complicati rispetto a quelli stranieri perché la struttura è antiquata.

martedì 18 maggio 2010

A proposito di eReader...

Per chi volesse qualche delucidazione in materia di eReader, nel video sottostante Beppe Grillo ne illustra chiaramente le funzioni. Forse c'è una qualche volgarità di troppo, com'è nel suo stile, d'altronde, ma tocca alcuni temi piuttosto interessanti.
Per quanto mi riguarda, nonostante ami la tecnologia e soprattutto la natura, sono ancora un po' restia a sostituire il libro cartaceo con un dispositivo elettronico.
Sebbene i vantaggi siano innumerevoli, a partire dall'annullamento di inutili sprechi di carta, fino ad arrivare alla possibilità di avere centinaia di libri letteralmente in una mano, mi fa un po' specie pensare di mettermi sotto le coperte a leggere da uno schermo. A parte questo, se in un momento di lunga attesa il mio lettore non dovesse accendersi per un qualsiasi motivo (le macchine, si sa, sono un po' volubili...), potrei alterarmi leggermente, rimpiangendo il caro vecchio libro cartaceo sempre pronto a farsi leggere...
Detto ciò, molto probabilmente tra qualche anno (o qualche mese) anch'io avrò un eReader e ripenserò sorridendo a queste ingenue riflessioni, ma per ora il mio "blocco" mentale resta...

lunedì 17 maggio 2010

Diritto d'autore

Il diritto d'autore nazionale non va confuso né a livello terminologico né a livello concettuale con il termine anglosassone “copyright”. Il copyright statunitense è il diritto esclusivo che l’utente ha di effettuare una copia dell’opera di un autore, ai fini della distribuzione e/o dello sfruttamento commerciale; in linea generale è caratterizzato dalla protezione economica dell’opera creativa e non prende in considerazione il cosiddetto "diritto morale", mentre il diritto d’autore in prospettiva europea è incentrato sia sulla tutela morale che economica dell’autore.
Il testo che sta alla base dell’inquadramento sistematico nazionale del diritto d’autore è la Legge 22 aprile 1941 n. 633 e sue successive modifiche. Numerose disposizioni nel settore si trovano anche nel Codice Civile. Manca invece nella Costituzione italiana un qualsiasi accenno esplicito alla tutela del diritto d'autore; vengono enunciati solo alcuni principi generali.
A livello comunitario le istituzioni hanno mostrato un particolare interesse nei confronti della tutela delle opere di ingegno. Ricca è infatti la normativa in tema di tutela della proprietà intellettuale.
Il copyleft è un modello di gestione dei diritti d'autore basato su un sistema di licenze attraverso le quali l'autore (in quanto detentore originario dei diritti sull'opera) indica ai fruitori dell'opera che essa può essere utilizzata, diffusa e spesso anche modificata liberamente, pur nel rispetto di alcune condizioni essenziali.
A questo proposito si possono citare le licenze Creative Commons: contestualizzate rispetto ai sistemi giuridici dei diversi paesi, sono utilizzabili gratuitamente e rendono possibile agli autori la condivisione delle opere creative rinunciando o conservando in parte i diritti di utilizzazione economica e consentendo l’utilizzazione libera per determinati usi e a certe condizioni. Esse consentono la visualizzazione pubblica, la distribuzione, la copia, l’integrazione dell’opera in una o più opere collettive, obbligando sempre e comunque a citare la fonte del materiale riutilizzato. Fra le altre possibili restrizioni e condizioni figurano: l’utilizzazione per scopi non commerciali e la limitazione del riuso per opere derivate. Prima di poter accedere a un qualsiasi contenuto, l’utente dovrà esplicitamente accettare i termini e le condizioni d’uso.

Google

Google è una multinazionale che produce servizi per Internet a tutti i livelli, non è solo un motore di ricerca. Il fatto di essere percepito come gratuito è una grandissima strategia di marketing perché Google i suoi servizi li fa pagare.
Google nasce dall'idea di due studenti universitari statunitensi, Larry Page e Sergey Brin, nel 1998.
L'aspetto più innovativo è stato il PageRank, ovvero un metodo per determinare l'importanza di una pagina web che consiste nel contare, nel testo delle pagine, le ricorrenze dei termini cercati e i link provenienti da altri siti che puntano ad una determinata pagina. Ci sono poi altri fattori che contribuiscono a determinare il PageRank, come l’anzianità del sito, il numero dei visitatori, …
Un'altra novità è stata poi la pubblicità contestuale o mirata, cioè legata all'argomento ricercato, che può anche essere localizzata per regione o città; questi link pubblicitari non vengono pubblicati solo sulle pagine di Google, ma anche su quelle dei siti partner.

SERVIZI A PAGAMENTO
- AdWords: servizio per creare annunci su Google e siti partner, pubblicati tramite AdSense;
- Analytics: servizio di analisi dei dati che consente di ottenere informazioni dettagliate sul proprio sito web e sull'efficacia delle campagne di marketing;
- Apps: servizio che combina Gmail, Google Calendar, Google Documenti, Google Gruppi, Google Sites, Google Video in una singola offerta;
- Checkout: servizio che aiuta a semplificare il processo di pagamento per acquisti online. Un Webmaster può scegliere di implementare Google Checkout come forma di pagamento;
- Earth Enterprise: servizio che consente ai dipendenti dell'organizzazione di accedere e di utilizzare le immagini, le fotografie aeree e gli altri dati geospaziali aziendali;
- Earth Pro: servizio che offre agli utenti aziendali una serie di strumenti avanzati per importare dati, misurare distanze e stampare immagini ad alta risoluzione completamente integrati in Google Earth;
- Maps API Premier: servizio che consente di aggiungere facilmente le mappe interattive di Google Maps ai propri siti web interni e pubblici;
- Postini: servizio di protezione delle email e archiviazione;
- Site Search: casella di ricerca di Google sul proprio sito web per consentire ai potenziali visitatori e clienti di trovare informazioni all'istante.


ALCUNE CRITICHE

- Monopolio delle ricerche col conseguente rischio di un appiattimento della pluralità dei punti di vista;
- Monopolio dei servizi: Google ha acquisito alcuni tra i più famosi servizi web (ad esempio YouTube) e ne sviluppa di continuo di nuovi (ad esempio Gmail, Google Maps, Google Reader) che hanno un grande seguito tra gli utenti;
- Monopolio pubblicitario: Google ha acquisito o fatto chiudere i suoi principali concorrenti in questo campo, tanto che, anche recentemente (in seguito alla denuncia presentata dalla Fieg), è finita sotto il mirino dell’Antitrust;
- Violazione della privacy: Google conserva per lunghi periodi informazioni relative alle ricerche dei propri utenti. Numerosi problemi sono sorti anche relativamente a Street View che, inserendo foto delle varie strade del mondo all’interno di Maps, registra ovviamente anche gli ignari passanti; qualche giorno fa, poi, la stessa Google ha ammesso che questa applicazione ha registrato per errore dati wi-fi privati. Inoltre, utilizzando Gmail, il riquadro pubblicitario sfrutta il contenuto delle mail che si stanno leggendo per fornire pubblicità contestualizzate;
- Appiattimento del Web con siti sempre più simili tra loro e sempre più infarciti di pubblicità.

mercoledì 12 maggio 2010

Il giornalismo internazionale sul web

Con le recenti elezioni inglesi si è avuto il momento peggiore per i quotidiani italiani perché l'evento si è chiuso nell'istante in cui i giornali andavano in stampa. Il problema era quello di trovare un titolo per la prima pagina che avesse senso, col rischio di prendere degli abbagli.
Con questo tipo di notizie i quotidiani cartacei non riescono a stare al passo con i tempi, si dà troppa enfasi allo scorrere dei fatti, piuttosto che al senso che hanno questi fatti rispetto alle notizie da dare.
Le innovazioni di Internet nascono quasi sempre dalle zone marginali. Il primo quotidiano italiano ad avere un'edizione on line “pensata”, ad esempio, è stato L'Unione Sarda; il primo giornale americano ad andare on line è stato il News & Observer del North Carolina.
Le testate più blasonate arrivano abbastanza tardi su Internet e, inizialmente, hanno cercato di riproporre la versione del giornale cartaceo. Man mano i quotidiani hanno cominciato ad investire qualcosa sul web.
Il problema delle testate italiane è che, essendo arrivate tardi sulla rete, le redazioni on line sono molto più limitate. Su Internet i momenti di picco sono molto più frequenti: al mattino, nella pausa pranzo e dopo l'orario di lavoro; è necessario distribuire le poche persone a disposizione su questi momenti.
Mentre il giornale cartaceo ha dei momenti di riposo, il sito lavora sempre, ci sono aggiornamenti continui. Generalmente, quindi, sui siti italiani si usa molto il copia e incolla, così che l'informazione viene ritenuta molto più carente.
Il modello di business scelto premia l'advertising on line, quelle che interessano sono le pagine più viste. La parte alta della homepage contiene le notizie più cliccate.
“la Repubblica” ha aperto varie redazioni locali per avere un maggior appeal nazionale. Per Parma si è deciso di aprire solo l'edizione on line, evitando così un grosso investimento.
Lo scopo delle edizioni locali è quello di creare una comunità; sempre più i siti si struttureranno come social network.
I quotidiani on line sono di bassa qualità per ragioni strutturali, la mancanza di risorse e investimenti è dovuta al fatto che non si è ancora riusciti a trovare un modo per ottenere i fondi necessari.
Negli Stati Uniti e negli altri paesi europei le redazioni non sono divise tra cartacee e on line, ma sono integrate.
In generale, per quanto riguarda i contenuti e il modo di disporre le notizie, c'è una grossa omogeneizzazione, questo perché sono poche società internazionali ad occuparsi dell'impostazione grafica dei giornali.
Le fotografie utilizzate sono di fotografi freelance o prese dalle agenzie di stampa, per questo si ritrovano le stesse immagini nei diversi quotidiani.
Boston.com è il blog del “Boston Globe”; costruisce reportage con fotografie prese dalle agenzie di stampa. È un modo di fare fotogiornalismo con pochissima spesa.
I news aggregator sono siti che, per la maggior parte, hanno notizie linkate da altri siti. Si possono citare, tra gli altri:
- The Huffington Post, un esempio di news aggregator di grande successo;
- Real Clear Politics, il modo migliore per avere informazioni sulla vita politica americana;
- Politico, sempre dedicato alla vita politica americana, è uno dei siti più visti; sono presenti numerosi approfondimenti;
- Il Post di Luca Sofri, uno dei news aggregator italiani più importanti, ha una parte di contenuti prodotta da collaboratori, oltre a vari approfondimenti.

mercoledì 5 maggio 2010

Quotidiani più venduti e siti più visitati

La logica di un giornale on line è quella di non penalizzare il giornale cartaceo. La prima regola è quella di aumentare il numero di lettori.
Il calo nella vendita dei giornali degli ultimi anni è dovuto in parte alla crisi economica. La vendita, ovvero il numero delle copie effettivamente vendute e inviate in abbonamento, si distingue dalla diffusione, che è invece il numero di copie che giunge a contatto con il lettore attraverso la vendita, gli abbonamenti e gli omaggi; essa è suddivisa in: diffusione pagata, vendite in blocco, abbonamenti da quota associativa, diffusione gratuita.
Le testate nazionali hanno risentito di più di questo calo rispetto alle testate regionali e locali, perché queste ultime hanno un maggior radicamento, inoltre la loro versione on line non è così ricca.
Secondo i dati FIEG rilevati su 57 testate, a marzo i quotidiani ammontano a 4.249.360 copie vendute.
I più venduti sono:

- “Il Corriere della Sera”: 488 mila copie
- “la Repubblica”: 451 mila copie
- “La Gazzetta dello Sport”: 344 mila copie.


Le profilature dell’utente on line rappresentano una frontiera abbastanza nuova nel marketing editoriale e si ottengono attraverso le tracce lasciate involontariamente sul web.
Google Analytics è una società che si occupa di statistiche e permette di ottenere informazioni dettagliate sul traffico dei siti web e sull'efficacia delle campagne di marketing.
Grazie all’ipertestualità e all’interattività degli articoli, oltre naturalmente alle statistiche, è possibile capire quale sia il livello di gradimento.
Il numero complessivo di utenti Internet per il mese di febbraio è di 23 milioni, con 11,8 milioni di utenti attivi, 182 pagine viste per 1 ora e 41 minuti per persona nel giorno medio.
I siti più visitati negli ultimi 30 giorni (fonte YouRank.it) sono:

- Google.it: 70,71% di utenti
- Facebook: 63,82% di utenti
- YouTube: 52,51% di utenti.

È interessante notare come le versioni on line dei due quotidiani più venduti, Corriere.it e Repubblica.it, siano rispettivamente al 19° (15,63% di utenti) e 20° (15,18% di utenti) posto.

martedì 4 maggio 2010

Restyling di Repubblica.it

Nel sito di Repubblica.it è cambiato profondamente lo scrolling (più lungo), è cambiata la testata, è cambiato l’approccio alle notizie correlate; le fotografie hanno un’importanza centrale. La release non è solo grafica, ma anche concettuale.
Il sito vuole essere molto più multimediale, legato alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Lo spazio dedicato alla multimedialità è però attualmente piuttosto nascosto, è quasi a metà pagina.
Le icone pubblicitarie nella barra dei menu sono molto più evidenti per tener testa alla concorrenza; la pubblicità sul web ha molte più possibilità rispetto ad un giornale cartaceo, gli spazi non sono delimitati.
Sono scomparse le tag clouds a fianco degli articoli perché non si usano più, ci sono i feed.
I blog dei lettori sono nascosti, non c’è cura grafica. Sul web, ormai, la logica del blog non è più quella di leggere e commentare, ma quella di commentare direttamente le notizie, è una sorta di libero sfogo.
In generale Repubblica.it non è particolarmente cambiato; una novità rilevante è il quotidiano digitale, ovvero la possibilità di leggere il giornale cartaceo on line a pagamento. Questo sistema è però già superato da altri sistemi davvero multimediali, ad esempio la possibilità di vedere un video integrato nel testo, piuttosto che una fotografia, oppure la possibilità di scrivere direttamente al giornalista.
Ormai sul web è difficile aver bisogno del testo, l’unico motivo può essere una necessità di approfondimento.
TED.com è un canale tematico fatto di video; è un esempio perfetto di quello che sarà il futuro del giornalismo.


DIFFERENZE TRA CORRIERE.IT E REPUBBLICA.IT

Mentre Corriere.it ha uno sviluppo verticale, Repubblica.it ha uno sviluppo orizzontale perché in questo modo è possibile guardarlo su iPhone, BlackBerry e simili. Le scelte sono sempre più legate alle tecnologie.
Su Corriere.it c’è la colonna delle Flash News e ci sono molte più cose. Non ci sono icone, ma percorsi che portano alle icone, è più didattico, mentre Repubblica.it è più diretto.
Lo scrolling è più breve, mentre su Repubblica.it è più intuitivo.
Corriere.it è molto più tradizionale e porta ad un dispendio di tempo maggiore.

sabato 1 maggio 2010

Differenze tra giornalismo tradizionale e giornalismo digitale

Con la digitalizzazione c’è una difficoltà di selezionare notizie utili, vere e autentiche; questo perché le notizie sono numerose, ma non c’è originalità, c’è anzi ridondanza. La difficoltà, in questo caso, sta al massimo nel trovare la fonte a cui affidarsi.
La rete ha portato una velocità di trasmissione delle notizie, senza la mediazione di chi era chiamato a verificarle. Sul web il vero controllore è l’utente, a lui è demandato il compito di appurare l’attendibilità di quanto si trova a leggere.
Scrivere su Internet significa innanzitutto essere sintetici. La notizia si gioca sul fattore tempo, la velocità, quindi, non può essere disgiunta dalla sintesi. Per informare è necessario avere una grande conoscenza del tema da sintetizzare. In ogni caso, la professione giornalistica sul web non esiste, è un copia e incolla, non c’è una scrittura autonoma.

venerdì 30 aprile 2010

Eccessi...

Venerdì scorso, a lezione, il prof. ha detto una cosa a proposito del Grande Fratello che mi ha colpito: sosteneva che bisogna essere culturalmente forti, quindi conoscere tutto quello che ci sta dietro, per poter affermare: “Non me ne frega niente”.
Ora io non credo di avere tutta questa cultura in materia, però a me quel reality proprio non interessa. E qui, come si suol dire, casca l’asino perché, nonostante il mio disinteresse, non posso evitare di essere informata al riguardo; che sia a casa, fuori con le amiche, in autobus, a lezione, che accenda la tv, la radio, il pc, in ogni dove c’è sempre qualcuno che ne parla (o ne scrive). Quasi come se il mondo attuale non ammettesse ignoranza: che tu lo voglia o meno le informazioni arrivano e non puoi fare niente per impedirlo.
Forse come studentessa di comunicazione dovrei guardare con favore a questo fenomeno e tenere a freno la mia vena polemica, ma sinceramente mi pare un po’ una violenza: suonerò anche retorica, ma ogni tanto mi piacerebbe avere la libertà di scegliere su cosa (non) informarmi.


“La via di mezzo è sempre la migliore: ogni eccesso conduce alla rovina” (Plauto)

giovedì 29 aprile 2010

Breve storia de "la Repubblica"


Il quotidiano “la Repubblica” viene fondato a Roma nel 1976 da Eugenio Scalfari grazie al sostegno della Mondadori e del Gruppo Editoriale l’Espresso; quest’ultimo, negli anni ’80, rimarrà l’unico editore.
Nel 1996 la direzione passa all’attuale direttore Ezio Mauro.
L’anno successivo nasce l’edizione on line del quotidiano, Repubblica.it, diventato poi il principale sito d’informazione italiano con oltre 10 milioni di utenti.
“la Repubblica” si caratterizza per una forte carica innovativa che lo ha portato negli anni a diventare un giornale per ogni tipo di lettore, oltre ad influenzare le testate concorrenti (ad esempio con l’introduzione del colore in tutte le pagine nel 2004).
Attualmente è il secondo quotidiano più diffuso in Italia (arriva a circa 450.000 copie) e pubblica edizioni locali in 10 città: Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Parma, Roma e Torino.


Repubblica.it:

1. Perchè è cambiato?
2. Qual è il valore aggiunto rispetto a prima?
3. Quale filosofia c'è rispetto al giornale cartaceo?

Premettendo che sono diversi mesi che non accedo più al sito, non sono in grado di rispondere alle prime due domande. Posso solo far riferimento alle dichiarazioni dei responsabili del restyling, ovvero: dare una maggiore importanza a foto e video e rendere il sito più compatibile con le nuove tecnologie (ad esempio smartphone).
Per quanto riguarda la domanda n°3, rispetto al giornale cartaceo l'utente ha una visione rapida e chiara delle notizie trattate, nonchè la possibilità di approfondire maggiormente i vari argomenti, come succede, del resto, in tutti i quotidiani on line.

giovedì 22 aprile 2010

Una breve introduzione... in punta di piedi...

Ebbene sì, alla fine è toccato anche a me, per esigenze di “copione” (ovvero di studio), creare un blog in cui mettermi in gioco, per così dire… in realtà lo scopo è inserire gli appunti delle lezioni di Informatica applicata al giornalismo, quindi non dovrebbe essere tutta ‘sta tragedia… forse…
Non sono molto brava a scrivere così dal nulla quello che penso, soprattutto quando c’è la possibilità di essere letta da chiunque: primo, perché questa logica attuale del condividere stile “A cosa stai pensando?” di Facebook non la condivido (e scusate il gioco di parole); secondo, perché non vorrei che un eventuale lettore si chiedesse: “Ma questa che sta dicendo?!”.
Uhm… paura di essere giudicata? Forse… Ma anche un’estrema riservatezza di fondo che proprio non mi abbandona. Insomma, per citare un famoso film e per concludere questo primo traballante post col sorriso sulle labbra… “Nessuno è perfetto!”